FIUME E LA FILANDA

Salvatore Fiume si trasferisce a Canzo nel 1946 da Ivrea – dove aveva lavorato presso la Olivetti come art director – per dedicarsi interamente alla pittura. Preso in affitto un piccolo appartamento al centro del paese e adibita a studio una vecchia filanda in disuso, detta Villa Verza, inizia a lavorare con grande impegno. Col passare degli anni, Canzo si rivela il luogo ideale anche per il fatto di essere vicino a Milano. Qui nel 1949 tiene la sua prima mostra ufficiale alla Galleria Borromini, grazie alla stima e all’amicizia di due intellettuali di prestigio come Alberto Savinio e Raffaele Carrieri (una sua prima mostra, con opere firmate F. Queyo, si era tenuta nel 1948 alla Galleria Gussoni di Milano). La filanda, inoltre, è straordinariamente somigliante al disegno che Fiume ne aveva fatto molti anni prima di vederla. La acquista nel 1952 e vi si trasferisce definitivamente con la famiglia l’anno successivo. Negli anni in cui Salvatore Fiume visse e lavorò nella filanda di Canzo, fino alla sua scomparsa nel 1997, l’edificio subì varie trasformazioni adattandosi di volta in volta a nuove esigenze.
Negli anni 1951/1952 il grande salone fu utilizzato per ospitare le enormi tele (48 m x 3 m) che Fiume dipinse per il salone di prima classe del transatlantico Andrea Doria, purtroppo affondato nel luglio del 1956. Dal 1953 alcune zone della filanda furono attrezzate per la produzione della ceramica e fu riattivato un antico forno a legna per la cottura delle ceramiche. In seguito altri locali furono adibiti alla produzione di serigrafie e litografie (con i torchi e le macchine per la stampa artigianale) che Fiume preferiva realizzare in proprio. Nei primi anni ‘70, acquistata una nuova ala del cortile, Fiume utilizzò il grande salone del secondo piano per realizzarvi delle enormi sculture. Poi, nel 1972, lo trasformò in una sala da concerti per oltre trecento posti, facendovi costruire un grande organo che, per alcune stagioni, fece di Canzo una piccola capitale della musica organistica in Italia. Cessate le attività concertistiche dopo la scomparsa della moglie, che ne era stata la principale animatrice, l’organo fu donato alla chiesa di Asso, una cittadina vicino a Canzo. Oggi quel salone ospita una esposizione di opere di Salvatore Fiume e lo studio della figlia Laura, anch’essa pittrice. L’intera filanda, divenuta sede della Fondazione Salvatore Fiume, è praticamente un museo ed è disponibile per visite guidate. L’idea di quest’ultima trasformazione funzionale si deve all’iniziativa del FAI che ne propose l’apertura al pubblico nella giornata di primavera del 26 marzo 2006. Visto il successo dell’iniziativa, ora è possibile visitarla, su appuntamento.